27 Apr 2023

Chiamare il cliente… Ma quanta fatica!

Molte rivendite nel settore dei serramenti ci stanno chiedendo o stanno cercando in autonomia del personale sempre più qualificato per organizzare l’accoglienza e soprattutto per sviluppare una nuova attività di Customer Service più evoluta.

Questa esigenza da parte degli imprenditori è del tutto lecita ed è un forte segnale di impegno verso la vera centralità e la vera soddisfazione del cliente finale.

Le candidature scelte di fronte alla richiesta di chiamare il cliente finale, sembrano bloccate, imbarazzate, spaventate o peggio oppositive, ma perché?

Spesso alla frase “CHIAMA IL CLIENTE” si passa sulla difensiva, quasi “offesi” dalla richiesta.

Analizzando il comportante dei candidati assunti, noi di Mikaline Research, abbiamo isolato alcuni aspetti che rappresentano le cause di questi blocchi tra cui:

  1. quello caratteriale, ossia pur essendo molto scolarizzati e validi, si è talmente timidi, introversi, di pensare di non riuscire a fare quest’attività;
  2. quello della qualifica, cioè il selezionato pensa di avere una qualifica talmente alta che fare chiamate dirette verso il cliente, sia un po’ come sminuente;
  3. quello della paura di ricevere il “No, non sono interessato” da parte dell’interlocutore telefonico.

A volte vanno solamente cambiate le angolazioni da cui si guardano le attività aziendali che vengono richieste.

Non è detto che, se nella vita personale sei estremamente timido tanto da provare imbarazzo nel chiamare anche il fattorino della pizza, allora anche nella vita professionale si debba mantenere lo stesso standard. Bisognerebbe capire come raccogliere il meglio da queste nuove attività per migliorare il proprio approccio relazionale e comunicativo. Ad esempio chiamare, nel caso di una persona timida, potrebbe migliorare/ sviluppare anche la sua sicurezza comunicativa, ovviamente affiancato da un titolare/responsabile/formatore che non gli faccia percepire questa esperienza in modo negativo, ma anzi, che stia li ad ascoltarlo, che crei insieme a lui lo script di chiamata, che lo porti ad acquisire più sicurezza ma anche a raggiungere gli obiettivi professionali e non.

Invece per la categoria di persone che si ritengono superiori per la qualifica che hanno… solo due parole, FLESSIBILITÀ e DINAMICITÀ! Il mercato del lavoro cambia in un battito di ciglia, quindi non ci possiamo permettere di restare fermi nelle nostre idee e convinzioni.

“Ti sei laureato, sei abilitato e poi ci sono da fare delle chiamate, insomma non abbiamo fatto tanti sacrifici per fare questo no?”

A volte si perde di vista l’obiettivo, ossia chiamare cosa ci permette di fare? Ti permette di recuperare un cliente, creare nuove opportunità, chiudere un’opportunità rimasta appesa per tanto tempo. La chiamata è un’attività che va a chiudere il cerchio operativo.

Ultimo, ma non per importanza è il “No, non sono interessato”, abbiamo seriamente molta pura di sentirci dire no, ma cosa succede se la persona dall’altra parte del telefono ci dice di No? NULLA!

Il termine “No” non è sinonimo di incapacità lavorativa o di inefficacia dell’attività di contatto telefonico. Spesso il no è dettato da tanti fattori che noi non possiamo sapere, ma ciò non significa che sia un “No assoluto”, quello stesso cliente negativo oggi, domani potrà ricontattarci proprio grazie a quella prima chiamata andata male.

 

Quindi, chiamare… Si!

 

Chiedetevi, non solo per le “chiamate” ma anche per tutte quelle attività che sentite un po’ scomode da dover fare, qual è l’aspetto positivo che potete ricavare da questa esperienza? Sicuramente un pezzettino in più di competenza, sia se abbiate vissuto un’esperienza pessima sia se abbiate realizzato un risultato positivo da quell’attività che sembrava così ostile.

 

Forza e coraggio dunque e

Buona Customer Experience a tutti

Mikaline Research